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"..Per due volte costrinsero la cavalleria gallica a indietreggiare; la seconda si spinsero più avanti, mentre stavano già combattendo in mezzo alle schiere di fanti, e rimasero sconcertati da un tipo di battaglia mai vista prima: arrivarono nemici armati in piedi su cocchi e carri, con un grande frastuono di ruote e cavalli che terrorizzò i cavalli dei Romani non abituati a quel rumore. Così la cavalleria romana, che aveva già la vittoria in pugno, venne dispersa dal panico, con cavalli e uomini che rovinavano a terra in una fuga precipitosa."
Ad Urbe Condita Libro X/28 - Tito Livio
Più tardi gli eserciti erano schierati, la battaglia si svolse su un tavolino verde e le schiere erano composte da soldatini di piombo. Lo scontro poteva essere quella di Sentino: durante il gioco sembrava di rivedere quei passi e rivivere quei lontani momenti, le schiere, i carri, le avanzate, le mischie, di cui il testo riportava. Certo quella volta non era un gioco...e questa volta una storia ben diversa avrebbero dovuto scrivere:
"Così i carri celti, che avevano già la vittoria in pugno, vennero dispersi dal panico, con cavalli e uomini che rovinavano a terra in una fuga precipitosa... i due generali dopo la battaglia banchettarono con pannacotta."
La battaglia era persa, le gesta dei Galli dipesero più dal lancio di "dadi" che non da quello dei "cocchi", i libri rimasero nella cassapanca e la pannacotta ebbe vera gloria.
"Così i carri celti, che avevano già la vittoria in pugno, vennero dispersi dal panico, con cavalli e uomini che rovinavano a terra in una fuga precipitosa... i due generali dopo la battaglia banchettarono con pannacotta."
La battaglia era persa, le gesta dei Galli dipesero più dal lancio di "dadi" che non da quello dei "cocchi", i libri rimasero nella cassapanca e la pannacotta ebbe vera gloria.
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