venerdì 26 maggio 2017

Filippo V a Cinocefale - 197 a.C. - una battaglia a D.B.A. - Seconda parte

La seconda partita a DBA della serata, si è ispirata nuovamente alla battaglia di Cinocefale del 197 a.C., con una variante significativa: mantenendo la disposizione dei terreni, abbiamo assunto che le colline fossero "terreno difficile". Nel DBA ciò assume un aspetto peculiare: il terreno difficile porta vantaggio o svantaggio  alla truppa che lo attraversano, sarà importante studiare con cura le opportune mosse. Il difensore Macedone (Stefano) schiera per primo; decide di schierare gli ausiliari sul terreno difficile e disporre le falangi in pianura, lascia invece la cavalleria in posizione defilata. L'attaccante romano (Alessandro) decide di schierare di conseguenza le sue legioni: dispone le Bd (Spade) e i Sp (Lancieri) lungo la strada, di fronte le picche (Pk), lascia agli psiloi (veliti) il compito di affrontare gli ausiliari di Filippo V sui monti. Gli psiloi sono combattenti veloci rispetto gli ausiliari, sono schermagliatori, non sono inquadrati in un sistema rigido di movimento. Sulla carta, Psiloi e ausiliari combattono bene in terreno difficile, ma gli ausiliari hanno il vantaggio di un +1 al lancio del dado. Raggiungere quindi la cima è fondamentale per entrambi i giocatori: perché ciò permette di ottenere un ulteriore +1 sull'avversario, per combattimento in posizione sopraelevata. La scelta di schieramento sembra risultare corretta per entrambi i giocatori. Poiché i cavalieri su terreno difficile assumono un handicap di -2 al tiro del dado, romani e macedoni, sono poco propensi a muovere la cavalleria sulle colline: il rischio di sconfitta è alto. Con questa disposizione la partita inizia e sarà un lavoro di fanterie. Nonostante il ruolo di attaccante, come romano, decido di assumere un atteggiamento cauto e di attendere le picche in pianura con movimenti di assestamento di truppe. La curiosità mi è forse cattiva consigliera e mi porta ad allineare le legioni in un quadrato aggressivo complesso che ricorda quello della battaglia di Canne. L'idea originaria era di tentare un passaggio forzato tra le colline lungo la strada. La cosa, come ho scoperto, non mi sarà di alcuna utilità. La legione si muove e riposiziona così in un lento movimento di riallineamento successivo su due linee, turno dopo turno, con qualche sfortuna sul punteggio al tiro del dado. I romani giocano bene i dadi, ma il macedone risulta sempre impeccabile nella tattica. Il primo scontro arriva proprio in montagna sulla mia sinistra, tra psiloi e ausiliari che hanno raggiunto la cima e porta il primo vantaggio al temibile macedone. Tuttavia è sulla mia destra in pianura che si decidono le sorti della partita: qui le picche (Pk) rompono gli indugi,  attaccano e sfondano il centro delle spade romane eliminando le prima basette di Bd. Chiudo gli occhi per l'ultimo lancio di dado: ma si materializza il massacro, la vittoria sorride a Stefano con un bel 4 a 0.

Lasciamo dunque la parola a qualche foto, a ricordo della simpatica partita che è durata una oretta circa. Lo svolgimento del gioco è stato molto più lento e tattico rispetto la prima partita. Il risultato mi ha portato ad un buon insegnamento: non concentrare mai, ma tentare di aggirare sempre..

Il fronte macedone

Il fronte romano

Gli psiloi e gli ausiliari conquistano Cinocefale
L'esito dopo i sanguinosi scontri: 4 a 0 per il Macedone

Riferimenti
(Vedi post precedente)

mercoledì 24 maggio 2017

Filippo V a Cinocefale - 197 a.C. - una battaglia a D.B.A. - Prima parte

In Tessaglia, nel 197 a.C. sulle colline di Cinocefale, le legioni romane di Flaminio travolsero le potenti falangi macedoni di Filippo V (1,2); Polibio, storico greco-romano, descrisse questo notevole evento nelle sue opere Storie (3). La  battaglia si svolse su terreni poco adatti alla manovra di schiere inquadrate a falange, ma ben favorevoli alle truppe manipolari romane. L'evento tragico segnò però l'inizio dell'integrazione tra due mondi: quello romano, giovane ed emergente e quello macedone, erede di Alessandro Magno e ormai giunto al tramonto. Dopo la sconfitta di Cinocefale, il re Filippo V fu costretto a cedere ai romani il controllo della politica greca, ma le società si integrarono nella cultura, nell'arte e nella storia. Stasera con Stefano abbiamo deciso di ispirarci a questa inedita e strana battaglia tra schiere sulle montagne, per alcune partite a DBA. Si è utilizzato un doppio scenario di test, standard per il DBA: nel primo, che vedremo ora, i "romani polibiani" ed i "macedoni"  si affrontano su rilievi"facili", posizionati al centro del tavolo da gioco, attraversato da una strada trasversale e boschi radi. Il risultato è stato notevole: favorevole alla falange macedone. La storia può essere riscritta del resto: ricordiamoci che questo è solo un bel gioco.

Data l'ora tarda lasciamo parlare le immagini: ecco alcune foto di questa simpatica e veloce partita.

Le due schiere si posizionano tra le cime di Cinocefale;

Le falangi conquistano ben presto la cima;

Le legioni si avventurano in un assalto frontale;

I romani, travolti al centro, tentano un lento aggiramento;

Nonostante la vittoriosa cavalleria, la sconfitta pesa per i romani con un 4 a 2.


Per chi volesse approfondire la storia, lasciamo a margine alcuni riferimenti. Buona serata!


Riferimenti
(1) http://www.arsbellica.it/pagine/antica/Cinocefale/Cinocefale.html
(2) https://it.wikipedia.org/wiki/Battaglia_di_Cinocefale
(3) Polibio, Storie XVIII 18.33

venerdì 5 maggio 2017

Brenno sull'Allia - 390 a.C. - una battaglia a DBA

Ieri sera, dopo appena una settimana, abbiamo giocato nuovamente a D.B.A. Questa volta, Stefano ed io ci siamo ispirati alla battaglia dell'Allia, lo scontro che vide coinvolti gli antichi Romani contro i Galli Senoni di Brenno, nel 390 a.C. circa (1). Abbiamo tentato di simulare l'ipotetico campo di battaglia mantenendo le indicazioni dimensionali del regolamento. Da recenti studi archeologici (2) abbiamo appreso che la battaglia si svolse a circa venti chilometri dalla città di Roma, tra pianure, boschi, colline e fiumi: questi sono pertanto gli elementi di terreno necessari alla partita. Proprio in quei luoghi, scrive Tito Livio, l'antico "fiume Allia scendendo da i monti Crustumini si getta nel Tevere poco sotto la strada", si tratta probabilmente della strada salaria. Nel gioco il fiume è posizionato tra due colline e due boschi, per scendere, con un anomalo cambio di direzione, in una pianura, fino al Tevere. Su questo terreno i due eserciti troveranno la posizione opportuna scelta dai due generali entro i comuni 600 passi. Ci siamo chiesti, senza trovare una risposta esaustiva: come riuscirono veramente i Galli ad aggirare i romani attraverso i boschi e perché i romani non mantennero saldamente la posizione? Dal racconto di Tito Livio sembra quesi non ci sia stata battaglia, se non piuttosto una fuga di fronte il nemico. Qualcosa di notevole accadde. Sembra che Brenno concentrò l'assalto verso un punto debole posizionato sul lato destro romano. Il gioco non vuole certo simulare: tuttavia si è potuto osservare qualche similitudine, tra la finzione e l'ipotetica realtà. Il gioco determina la pericolosità del fiume mediante il tiro di un dado quando un elemento lo attraversa. Otteniamo un 1 pertanto vediamo l'Allia come "insignificante": quindi facilmente attraversatile e poco utile in difesa, così come probabilmente, immaginiamo, sia stato. Si è osservato quindi il tentativo gallico di infiltrarsi attraverso i boschi con fanteria leggera (Psiloi). Una mossa  pericolosa per il giocatore romano, ma l'attacco laterale non ha la forza necessaria e viene respinto dal felice movimento della schiera oplitica di rinforzo. La storia si sa è fatta di uomini e qui il generale romano (Stefano) è di tutto rispetto! La partita si dimostra da subito molto interessante, equilibrata e difficile. L'esercito oplitico romano, diversamente da quello delle bande galliche, non è in grado di affrontare facilmente i nemici attraverso i boschi, il suo generale decide così saggiamente di attendere gli avversari in pianura. L'esercito gallico a sua volta, deve prestare molta attenzione nell'affrontare le schiere romane in ordine chiuso, sopratutto quando  queste sono disposte su più file ed i velites sono di rincalzo. Per proteggere il campo, i romani ordinano ai loro triari di mantenere la protezione del vallo, mentre il grosso delle forze celtiche si schiera in pianura lasciando sulle colline un piccolo reparto. A questo punto il gioco esce dagli schemi della simulazione. Il valore delle "Blade" (+5) sulle "Warband" (+3) è già una garanzia di vittoria per i romani, ma la risoluzione base della battaglia avvantaggia i celti verso i romani. Alla fine lo scontro entra nel vivo e ciò che accade subito dopo sconvolge la storia o i pronostici: i romani vincono sui galli (4 a 0). Ogni nostra domanda trova risposta solo nei numeri e nelle logiche delle tabelle di DBA. Stefano, generosamente mi consola dicendo che qualora fosse stato nei miei panni avrebbe fatto le medesime mosse (tranne per il dispiegamento della cavalleria che sarebbe stata concentrato alla sinistra della fanteria per una azione concentrica di accerchiamento). Chissà come sarebbe andata in quel caso? 


Alcune foto di questa simpatica serata.

Brenno si schiera fiero davanti ai romani; 

I Triari romani rimangono nell'accampamento;

Gli Psiloi gallici si infiltrano nei boschi;

La prima fase della battaglia;

Lo scontro violento tra le due schiere;

La fine: i romani sconfiggono i galli senoni (4 a 0)

Riferimenti
(Per chi volesse approfondire)

1) https://it.wikipedia.org/wiki/Battaglia_del_fiume_Allia
2) http://www.marciglianainrete.it/la-battaglia-sul-fiume-allia/
3) https://it.wikipedia.org/wiki/Ab_Urbe_condita_libri




giovedì 27 aprile 2017

Pirro ad Heraclea - 280 a.C. - una partita a DBA

Dopo anni, Stefano ed io siamo riusciti finalmente a giocare una partita di wargame. L’occasione si è materializzata ieri, quando i miei vecchi “Camillan Roman” ed i suoi meravigliosi “Phyrric”  sono usciti dal limbo degli scatoloni ed hanno marciato in perfetto ordine, efficienza e splendore, nei 60 cm quadri di scenario, basato sul regolamento D.B.A (6). Il fascino ermetico di questo regolamento non è inferiore alle vicende di Pirro, dei suoi elefanti e della battaglia di Heraclea, a cui ci siamo ispirati. 
Nel 280 a.C. Pirro, Re dell’Epiro, attraversò il mare Adriatico per avventurarsi in una complessa campagna militare per il controllo dell’Italia meridionale. Il “casus belli” gli venne offerto della città di Taranto che alla luce di un pericoloso conflitto con Roma chiese il suo intervento, promettendo, supporto militare, forti alleanze e tacendo riguardo le reali complessità politiche e le improbabili alleanze di Lucani, Sanniti ed Etruschi. Pirro, mantenendo fede ad un suo progetto ancestrale di espansione, approfittando delle situazione politica italica, sbarcò nella penisola 25.000 uomini, cavalli e 20 elefanti con l’intento originario di estendere il suo dominio nel territorio della ricca Magna Grecia. I suoi soldati appartenevano al mondo greco, erano militari di professione, cavalieri epiroti esperti, frombolieri di Rodi, opliti greci e sopratutto disciplinate falangi epirote e macedoni. Il Senato di Roma, conforme al suo bellicoso rigore, rifiutò qualsiasi tentativo di mediazione proposta dall'avversario ed ordinò la leva generale. Giunsero così in Lucania 20.000 coscritti romani, al comando del console Publio Cornelio Levino che raccolte le forze alleate, bruciò sulla strada i paesi ribelli e si diresse a marce forzate, verso il proprio destino. Lo scontro, temporeggiato da Pirro in attesa di ulteriori rinforzi, si consumò nei pressi dell’antica città di Heraclea, presumibilmente nella piana a ridosso del fiume Siris (oggi Sinni), a sud di Pandosia. Ciò che accadde poi, è passato alla storia e lo studiammo a scuola. La storia, nel wargame, si sa, non ha valenza di rigore e si può riscrivere con notevoli licenze, ma stavolta ciò non è accaduto.  Rubando una battuta a Stefano: “dopo due ore e mezza ed un litro di Coca Cola, Pirro ha portato a casa la giornata”, Pirro vince 4 a 2 su Levino.  Ed ora qualche immagine a chiusura.

I Triari romani

La Falange di Pirro

L'attraversamento del fiume Siris

Un turno centrale della partita

La fase conclusiva: il ripiegamento romano ed il suicidio della cavalleria.
"Pirro vince 4 a 2 su Levino".

Riferimenti
(Per chi volesse approfondire, tra storia e gioco):
  1. Plutarco - Vite Parallele
  2. Polibio - Storie
  3. Tito Livio - Ad Urbe Condita
  4. https://it.wikipedia.org/wiki/Battaglia_di_Eraclea
  5. https://it.wikipedia.org/wiki/Guerre_pirriche
  6. http://www.fanaticus.org/DBA/battles/heraclea.html








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