Vi
è una battaglia nella prima guerra mondiale che si svolse poche ore
prima della fine della Grande Guerra. L'ultima e tremenda carica di
cavalleria italiana. La Battaglia di Paradiso del 4 novembre del
1918. "Siamo a Paradiso. Sarà questo il nostro paradiso?"
(Cap. Grilli).
dal
racconto di Giuseppe Rotolo, GLI ULTIMI CADUTI 4 NOVEMBRE 1918:
"La
mattina del 4 novembre la Decima Armata attacco'.
Prima
di attraversare il Tagliamento venimmo a sapere che alle ore 15
sarebbe scoccata l'ora dell'armistizio.
Provammo
una grande gioia mista a sgomento.
L'idea
della fine della guerra a breve distanza di ore ci parve perfino
assurda e la diffusa incredulita' ottenne conferma quando nella
marcia di avvicinamento a Rivignano, oltre il Tagliamento, sentimmo
ancora il rauco gracidare delle mitragliatrici austriache.
La
verita' era (ma noi non potevamo saperlo) che i nostri comandanti
avevano ricevuto l'ordine perentorio di accelerare la marcia perche'
l'armistizio ci cogliesse quanto piu' vicino possibile al vecchio
confine.
Gli
ordini erano precisi e perentori: e' indispensabile approfittare
della demoralizzazione del nemico spingendo avanti quanto piu'
possibile, con marcia rapida, le nostre truppe piu avanzate. Domani
la 23esima Divisione preceduta dai cavalleggeri Aquila, punti su
Gradisca per la direttrice Madrisio - Rivignano - Castion di Strada -
Versa - Gradisca.
E
allora avanti verso il vecchio confine!
Bersaglieri
e cavalleggeri si rimettono in marcia.
Ad
Ariis, oltre il piccolo ma profondo fiume Stella, gli austriaci ci
attendevano al varco. Cavalleggeri ciclisti e nostri arditi
reggimentali, al comando del sottotenente Alberto Riva di Villasanta,
misero in fuga il nemico; il piccolo ponte venne riparato e il
reggimento pote' riprendere la marcia verso Torsa, all'avanguardia
era Riva con i suoi arditi.
Dal
campanile di Torsa, gli austriaci tenevano sotto controllo la strada
di accesso al paese e quando gli arditi dell'Ottavo si lanciarono
all'attacco per neutralizzare la resistenza nemica una pallottola
colpi' alla fronte il coraggioso comandante.
Alberto
Riva cadde un'ora prima dell'armistizio, aveva 18 anni.
A
Torsa il Comando decise di accelerare l'inseguimento degli austriaci
che frattanto si erano asserragliati a Paradiso, con l'impiego anche
della cavalleria.
Erano
le 14,45.
L'
Ottavo Bersaglieri riprese la marcia verso Paradiso, in testa era il
12esimo battaglione. Paradiso, un mucchio di case contadine nella
campagna bassa di erbe e di sterpi, sorge tra Muzzana del Turgnano e
Castion di Strada, cinquecento metri piu' a nord v'e' un trivio (il
trivio di Paradiso, appunto).
Quando
sulla strada per Paradiso fummo raggiunti dalla cavalleria al galoppo
ci buttammo nei fossati laterali gridando: "Viva la
cavalleria!".
Uno
spettacolo emozionante e insieme esaltante.
Sembravamo
ragazzi che giocavano alla guerra e avevamo dimenticato che la morte
era li' a due passi... Mentre i bersaglieri aggiravano il paese
catturando i tenaci cecchini asserragliati nelle case, i
cavalleggeri, superato il rettifilo che taglia il paese, raggiunsero
il trivio dove li attendeva, armi alla mano, un battaglione di
mitraglieri magiari: la pazza eroica galoppata scaglio' contro la
resistenza nemica l'ultimo sacrificio dell'esercito vittorioso.
Fu
l'episodio culminante di quelle ore tremende; fu l'ultimo attacco e
l'ultima carica della lunga guerra.
Caddero
nell'ardimentosa corsa i tenenti Augusto Piersanti e Achille Balsamo
di Loreto, il caporale Giulio Marchesini, i cavalleggeri Sulla Carlo,
Quintavalli Giovanni e Biancherini Giovanni, cavalleggeri
dell'Aquila, tutti ragazzi diciannovenni dell'ultima leva.
Alle
ore 15, mentre qua e la' si sparava ancora, echeggio' uno strano
suono di tromba: era il segnale austriaco dell'armistizio.
Un
nostro velivolo, col tricolore fluente dalla carlinga, sbuco' dalla
nebbia con un lungo suono di sirena cosi' annunziando la fine della
guerra. Ci abbracciammo l'un l'altro, pazzi di gioia.
Per
dare sfogo all'improvvisa felicita' consumammo la scorta dei razzi di
segnalazione e il cielo si animo' di festosi colori.
Piu'
tardi, il reggimento schierato, battaglioni affiancati, ricevette il
saluto e il plauso del comandante la divisione generale Fara.
Il
giorno dopo, nella piazzetta del paese, io ebbi la ventura, col mio
plotone, di rendere gli onori delle armi agli ultimi caduti della
guerra.
Solo
in quel momento, anch'io ragazzo appena diciannovenne, compresi
appieno che ero sopravvissuto a quella che allora appariva la piu'
terribile guerra della storia."
https://www.yumpu.com/it/document/view/18583761/la-carica-di-paradiso-bolbusiness
LA CARICA DI PARADISO di Marcello Berlucchi