mercoledì 22 maggio 2013

Santo Gavardo

Sto finalmente colorando questa fantastica miniatura di un Santo Gavardo possente in armatura da cavaliere montato e ho deciso che posterò la foto solo a opera compiuta. Riporto invece le notizie dedotte da questa piccola ricerca storica, per pura discussione e ricordo. Qui a fianco, tratto da (1) l'arma di Santo Gavardo (nei colori: scudetto in oro, tenaglia in nero, afferrante una lingua di rosso) sovraimposta a quella di famiglia (nei colori argento e nero). Sembra poco ma questi sono dati fondamentali per la colorazione simil-storica pro wargame del soggetto. 
Il ritratto del condottiero,manoscritto, lo trovate qui di seguito,  nei toni vivaci e intensi, quanto la sua variopinta figura,  nobile e fiera. La storia, di parte veneta, lo ricorda così: "famoso e valoroso che sapeva cogliere la vittoria, la dove gli altri cadevano lui non cedeva". 

Chissà cosa avevano o avrebbero scritto di lui i suoi avversari Tergestini...

(2) GAVARDO Santo I. da Capodistria per grandezza d'animo e valor militare commendevolissimo. Oltre varj lodevoli servigi prestati alla serenissima repubblica veneta nel 1452 all'abbadia di Cerreto, essendo stato posto in fuga da Alessandro Sforza duca di Milano il generale dell' esercito veneto Carlo Gonzaga, sostenne il Gavardo co suoi cavalli l'impeto del nemico in modo che l' esercito non ebbe detrimento,, fu salvo il generale, e fu ascritto al nostro Santo il merito principale di quella vittoria, come apparisce da più ducali, dalle lettere del Gonzaga, di Gentil Leonessa , e conte di Pizignano. Fu poscia governatore a Brescia che salvò da una pericolosa congiura.

Neil' anno 1463 fu spedito col titolo di generale al comando delle armi di terra e di mare nell' Istria contro i triestini, e gli arciducali , nella quale impresa colla prudenza e col valore accrebbe meriti e gloria al proprio nome, stringendo di forte assedio la città di Trieste, acquistando ai veneti i castelli di Mochò , S. Servolo, e Castelnovo. Seguita la pace, per la mediazione del pontefice Pio II fu premiato il Gavardo colla donazione perpetua di Castelnovo. Fanno di esso onorata menzione gli storici veneti, e parzialmente il Sabellico, il Manzioli /?.83, la Cron.ms. Justin. , e più decreti del doge Cristoforo Moro del 1463.

Merita paiticolar menzione un fatto ono revole alla patria portato in detta cronaca, e nei registri della famiglia Gavardo inscritto. Trovandosi Santo Gavardo conduttore della cavalleria di Ladislao re di Napoli era stato disprezzato, come fosse barbaro istriano , e non italiano, da Rossetto di Capua condottiere della pedestre milizia di detto re. Sfidato il Rossetto al duello in soddisfazione dell'insulto, alla presenza del re, e de' cavalieri della sua corte lo vinse , e lo smentì col valore. Per quest' azione applaudila dai cortigiani e dal re , ebbe in ricompensa da quel monarca il privilegio di portare per sua insegna una lingua infuocata posta fra due freni , di cui nellJ arma di detta famiglia se ne scorge il costume. In detta cronaca è segnato che cessò di vivere, mentr' era all' assedio di Trieste, ferito da un veretone,ossia freccia. Sotto il di lui ritratto in famiglia sta scritto il seguente distico:
Te tua victorem fecitdux inclitevirtus Sive cadant alii, non tamen ipse cadis.

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