Il prossimo scenario che affronteremo ha come soggetto un piccolo scontro tra fanterie durante la "Guerra di Gradisca" del 1615. Lo scontro ebbe luogo nella valle delle noghere attraversata dal "Rio Ospo", vicino al paesino di Ospo, nell' ottobre del 1615. Oggi il paesino di Ospo si trova in Slovenia. Gli storici dell'epoca raccontano:
"La repubblica (di Venezia n.d.r.) , il mese di Agosto 1615, con editto pubblico levò il traffico per terra alli sudditi arciducali; onde insolenti gli albanesi delle armanizze, molestano li pescatori di Trieste, inseguitandoli quasi sotto la città, e smontando nelle parti più remote del territorio, depredavano a lor piacere. Non mancava Venezia ammassar soldatesca in Istria, affine di disfar le saline de' triestini in Zaulis, con disegno anche di rovinare la giurisdizione di santo Servolo. Siccome li 8 Ottobre, Giovanni Corellio, con buon numero di gente veneta assalì e depredò Potgoria, villaggio sottoposto a detta giurisdizione, della quale essendo patrone l'illustrissimo signore, allora barone Benvenuto Petaz, poi onorato con titolo di conte, fatto processo, bandisce con taglia li depredatori.
Benedetto da Lezze, provveditore veneto, persuaso dal Corellio, alquanti giorni dopo mandò due insegne di fanteria verso santo Servolo per depredare le ville confinanti. Del che avvertito il barone Petaz, spedì colà avanti l'alba, da Trieste, duecentocinquanta archibugieri , i quali incontratisi appresso Ospo con li veneti, s' attaccò fiero assalto, nel quale morì un tedesco, ed un altro restò ferito. Dei veneti uccisi sei, feriti quattro."
Da "Storia cronografica di Trieste dalla sua origine sino all'anno 1695" di Vincenzo Scussa.
Lo scenario è riportato sopra. Il fiume Ospo, basso e attraversabile ovunqe, taglia in due il campo di battaglia. Gli argini del fiume sono coperti di erbusti attraversabili dalle fanterie. Ipotizziamo che lo scontro sia avvenuto nei pressi di un vecchio mulino posizionato all'incrocio della strada principale di Ospo con una vecchia carrareccia, proveniente dal paesino di S.Servolo (l'attuale Socerb). I veneti precedentemente avevano saccheggiato Podgorje e raggiunto il paesino di Ospo lo sorpassarono per attaccare le ville intorno a S. Servolo . Gli arciducali invece scendono da S.Servolo. I veneti si posizionano per primi. Gli arciducali per secondi, in ogni caso la distanza in "cm" dei due eserciti dal mulino dovrà essere la stessa, in modo da bilanciare lo scenario!. I veneti, nella loro salita verso S.Servolo dovranno tentare di saccheggiare il mulino, gli arciducali dovranno fermarli e a mali estremi bruciare il mulino in modo che il grano non cada in mani venete...Lo scontro è tra fanterie in terreni bucolici pianeggianti circondati da boschi, fiumi, paludi.
ARMY LIST
Veneti
- "Due insegne di fanteria" (1 compagnia di archibugieri e una di moschettieri + 2 comandanti);
- (comandante a cavallo);
Arciducali
- "duecentocinquanta archibugieri" (2 compagnie di archibugieri + 2 comandanti);
- ( comandante a cavallo);
Obiettivi:
veneti: depredare il mulino oppure eliminare almeno il 50% delle basette avversarie;
veneti: depredare il mulino oppure eliminare almeno il 50% delle basette avversarie;
arciducali: bruciare il mulino e eliminare almeno il 50% delle basette avversarie;
Regole addizionali
Bruciare il mulino
a) Per bruciare il mulino basta che due proprie basette vi siano adiacenti (non interne). Il giocatore tira due dadi e se fa un doppio ha distrutto il mulino (es: ottiene 2 uni o 2 due o 2 tre etc);
b) La distruzione del mulino distrugge automaticamente basette interne;
c) Il mulino depredato può essere bruciato;
Depredare il mulino
a) Per depredare il mulino basta che due proprie basette siano all'interno (non adiacenti). Il giocatore tira due dadi e se fa un doppio ha depredato il mulino (es: ottiene 2 uni o 2 due o 2 tre etc);
b) Il "sacco" del mulino non ha effetti di distruzione sugli avversari;
c) Il mulino bruciato non può essere depredato;
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