Il 12 maggio del 1917 si scatenò l'offensiva della 10a Battaglia dell'Isonzo.Nel settore di Monfalcone,la 45a divisione, superati i baluardi delle quote 57,77 e quota 12 si attestò sulle linee del Flondar e ai margini dell'abitato di S.Giovanni di Duino e sulla riva destra del Timavo. La linea occupata si presentava precaria nel caso di attacco avversario ed addossata alle paludi del Lisert e presa di infilata dalla quota 28 in mano austroungarica assieme l'abitato di S.Giovanni e le rovine di Fabbrica. Il comando supremo decretò il termine dell'offensiva con il 28 maggio, ma il 27 ordinò alla Brigata Toscana di muovere di notte da quota 12 e attaccare quota 28 solidamente difesa. La quota 28 ed il paese di S.Giovanni sono difesi dal IV schutzen austroungarico, la posizione è sotto l'osservatorio del monte Hermada quindi sotto il tiro di tutte le batterie del settore...
Regolamento: BKC;
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Terreni:
Quota 12 e 28: colline carsiche (brulle in pietra e roccia)
La quota 28 è una collina con una postazione blindata
La quota 28 è una collina con una postazione blindata
Lisert (in giallo): canneti e paludi
Fascia stradale: zona carsica (brulla in pietra e roccia)
Fiumi: intransitabili eccetto per due passerelle di fortuna posizionate dagli italiani (ogni passerella può essere distrutta dalle artiglierie)
Mare: intransitabile
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Visibilità = 30cm per tutte le armi (notte)
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ARMY LIST
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ITALIANI
II/77° Battaglione fanteria "Lupi di Toscana"
CO (1 basetta)
1a.2a,3a,4a compagnia su 3 plotoni (12 basette)
compagnia MG su 2plotoni e HQ (3 basette)
Artiglieria: gli italiani hanno il supporto dell'artiglieria per tutti i turni con un tiro da 150mm tramite CO;
Riserve: Spiacenti, il Comando non ha previsto di inviare riserve in supporto.
AUSTROUNGARICI
IV Schuzen "Volontari di Marburg"
CO (1 basetta)
1a, 2a,3a,4a compagnia fucilieri su 3 plotoni (12 basette)
compagnia MG su 2 plotoni e HQ (3 basette)
Artiglieria: gli austriaci hanno a disposizione 1 tiro da 150mm da CO per ogni turno.
Riserve: sono di riserva la 3a e 4a compagnia fucilieri
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Posizioni iniziali:
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ITALIANI
Iniziano il gioco posizionati e trincerati su quota 12 e muovono
per primi.
In riserva: non sono previste riserve da impiegare nell'attacco
In riserva: non sono previste riserve da impiegare nell'attacco
AUSTRIACI
Iniziano il gioco posizionati e trincerati su
- collina di quota 28 (una compagnia di fanteria con un plotone MG)
- fabbrica e San giovanni (una compagnia con un plotone MG)
In riserva: sono in riserva la 3a e 4a compagnia (Le riserve entrano in gioco
dalla strada per Trieste dopo il primo turno con un "6" nel lancio di 1D6 quando gli italiani si avvicinano agli obiettivi)
dalla strada per Trieste dopo il primo turno con un "6" nel lancio di 1D6 quando gli italiani si avvicinano agli obiettivi)
Postazione di quota 28: postazione blindata obiettivo degli italiani, postazione della collina
che può contenere solo una basetta
FILI SPINATI
Posizionati attorno a quota12, quota 28 e davanti al paese di S.Giovanni
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Condizioni di vittoria
Italiani: occupare la postazione blindata di quota 28 con una basetta oppure conquistare S.Giovanni;
Austriaci: conquistare quota 12 oppure eliminare almeno 8 basette italiane;
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Nella Storia cosa accadde dopo
Tratto da "Natura Nascosta " del gruppo speleologico monfalconese trovate il link: qui
La foto è tratta da http://certosa.cineca.it e mostra S.Giovanni di Duino dopo la battaglia.
Nella Storia cosa accadde dopo
Il tentativo del II/77° fini in un massacro. "All’estrema destra il I del 149° (Trapani), con la collaborazione del I del 77° (Toscana), doveva effettuare un attacco nella notte del 28 maggio presso la quota 28. Per distrarre l’avversario da tale quota, si organizzò un violento fuoco d’artiglieria dimostrativo su San Giovanni–Fabbrica.
Verso le 03.00 del mattino del giorno 28, dopo un violento fuoco portato da tutti i calibri d’artiglieria, il nemico sferrò un’attaccò sulla linea del fronte della 16a e 20a Divisione italiana con particolare riguardo alla quota 146. Nonostante le perdite subite, i nostri soldati riuscirono a bloccare l’attacco. Opportunamente, visto le perdite, l’efficacia della difesa nemica nel tratto di fronte di quota 175 ovest di Medeazza e a causa del campo di battaglia completamente scoperto, si decise di rimandare l’attacco alla notte del giorno 29. All’estrema destra, dove era presente la 45a Divisione, il I del 149° (Trapani) passò il Timavo e raggiunse la quota 28 sulla quale poco dopo, nella notte del 28, arrivarono anche i reparti del I del 77° 19 (Toscana).
Il nemico, vista l’impetuosità dell’attacco dei nostri fanti, rispose con il lancio di bombe a mano, aiutato anche da alcune mitragliatrici efficacemente nascoste. Il I del 149° (Trapani) fu prima fermato e poi respinto assieme al I del 77° (Toscana) corso in suo aiuto. In questa azione le perdite furono gravi e pochi fanti riuscirono a tornare oltre il Timavo. Nello svolgimento del furioso attacco del 28 maggio1917 morì sul campo il Maggiore Giovanni Randaccio.
Terminata l’operazione parziale nei giorni seguenti, le nostre truppe attendevano che le posizioni conquistate sulla linea delle pendici sud di quota 219, 146, 145 nord, falde orientali di quota 110, ovest di San Giovanni, 12, fossero rafforzate e consolidate.
Le vittime in questa serie di attacchi furono circa 18.000. Il risultato fu un miglioramento della linea di fronte e la cattura di numerosi prigionieri.
Il Comando della 3a Armata ordinò di difendere e assicurare le posizioni della nuova linea avanzata conquistaste nei giorni precedenti. Tale linea doveva servire da base di partenza per altre operazioni offensive.
Le perdite complessive durante la 10 offensiva portata dall’Armata furono di circa 68.000 uomini tra morti feriti e dispersi."
Verso le 03.00 del mattino del giorno 28, dopo un violento fuoco portato da tutti i calibri d’artiglieria, il nemico sferrò un’attaccò sulla linea del fronte della 16a e 20a Divisione italiana con particolare riguardo alla quota 146. Nonostante le perdite subite, i nostri soldati riuscirono a bloccare l’attacco. Opportunamente, visto le perdite, l’efficacia della difesa nemica nel tratto di fronte di quota 175 ovest di Medeazza e a causa del campo di battaglia completamente scoperto, si decise di rimandare l’attacco alla notte del giorno 29. All’estrema destra, dove era presente la 45a Divisione, il I del 149° (Trapani) passò il Timavo e raggiunse la quota 28 sulla quale poco dopo, nella notte del 28, arrivarono anche i reparti del I del 77° 19 (Toscana).
Il nemico, vista l’impetuosità dell’attacco dei nostri fanti, rispose con il lancio di bombe a mano, aiutato anche da alcune mitragliatrici efficacemente nascoste. Il I del 149° (Trapani) fu prima fermato e poi respinto assieme al I del 77° (Toscana) corso in suo aiuto. In questa azione le perdite furono gravi e pochi fanti riuscirono a tornare oltre il Timavo. Nello svolgimento del furioso attacco del 28 maggio1917 morì sul campo il Maggiore Giovanni Randaccio.
Terminata l’operazione parziale nei giorni seguenti, le nostre truppe attendevano che le posizioni conquistate sulla linea delle pendici sud di quota 219, 146, 145 nord, falde orientali di quota 110, ovest di San Giovanni, 12, fossero rafforzate e consolidate.
Le vittime in questa serie di attacchi furono circa 18.000. Il risultato fu un miglioramento della linea di fronte e la cattura di numerosi prigionieri.
Il Comando della 3a Armata ordinò di difendere e assicurare le posizioni della nuova linea avanzata conquistaste nei giorni precedenti. Tale linea doveva servire da base di partenza per altre operazioni offensive.
Le perdite complessive durante la 10 offensiva portata dall’Armata furono di circa 68.000 uomini tra morti feriti e dispersi."
Tratto da "Natura Nascosta " del gruppo speleologico monfalconese trovate il link: qui
La foto è tratta da http://certosa.cineca.it e mostra S.Giovanni di Duino dopo la battaglia.
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