ll prossimo scenario di wargame che affronteremo è ambientato sul fronte del Carso nella prima guerra mondiale nel 1917. Ho voluto affrontare questo scenario dopo una piccola gita su quei luoghi e leggendo di quella storia dimenticata fatta di eroismo di altri tempi e di inutile sacrificio o assurdità degli ordini. Ebbene, se un giorno vi trovate a percorrere la strada che dalla città di Monfalcone porta a Trieste, allora fermatevi nel Paese di S.Giovanni di Duino: qui sulla destra, dopo le bellissime foci del nostro bel fiume Timavo, oltre le fronde dei cipressi, guardate verso est, li dove sorge il Sole del mattino. Scorgerete che dall'alto di una roccia due sagome di lupi ululano verso il cielo. Ogni volta che li osservo ho la stessa sensazione di curiosità: cosa ci fate là?. Due lupi sul carso: sono secoli che qui non si vedono più questi animali! Immobili, muti, come il loro metallo di cui sono fatti. Poi leggiamo l'effigie, la storia di questi luoghi, lo ricordiamo. Dal 1951 questo monumento in bronzo, fuso dal Righetti, è li fermo immobile sotto le intemperie per ricordare una guerra antica. Quel monumento lo conosco da quando ero bambino, da quando le mie gite in bicicletta passavano da Duino vicino ai “lupi di Toscana"!. Quel monumento è li per loro: sono i fanti del 77° e 78° reggimento di Fanteria che combatterono per questi luoghi assieme a tanti altri reggimenti dimenticati di entrambi gli schieramenti. In un giorno di maggio sacrificarono se stessi sotto gli occhi estasiati del poeta d'Annunzio, per un ordine che a noi oggi appare assurdo e crudele. Non vi è nessuna lapide che li ricordi, ma con loro e contro di loro si batterono e sacrificarono i giovani ragazzi austroungarici del IV battaglione Schützen. Dobbiamo ritornare indietro di quasi un secolo per capire. Siamo nel pieno della prima guerra mondiale: nel 1917, sul finire della "decima offensiva sull'isonzo". Gli italiani si sono spinti quasi fino a S.Giovanni ma lo sbarramento dell'Hermada è invalicabile. La battaglia è quasi terminata quando il comando supremo ordina ad un reggimento provato un assalto "dimostrativo". Soldati di appena 18-vent'anni di Firenze e Maribor qui consegnarono per sempre le loro vite o affrontarono il loro destino per dimostrare di andare alla conquista e difendere una piccola collina. I toscani attraversarono il Timavo su una piccola e instabile passerella in legno sotto un tiro incrociato delle mitragliatrici. Era la guerra. Ci andarono, la conquistarono, ma vennero circondati, senza rinforzi, sotto un fuoco micidiale di sbarramento, vennero annientati dal contrattacco degli Schützen che dal sconvolgente assalto passarono all'offensiva . Una storia come tante durante la prima guerra mondiale e di tanti luoghi contesi, di quelle raccontate anche dal film "uomini contro" di Francesco Rosi. Per i "lupi" questi luoghi erano il caposaldo fondamentale: si chiamava quota 28 di foce Timavo o “Bratina”. Oggi nonlo è più, è un ignoto punto su una cartina militare, un posto bellissimo per le passeggiate, silvestre, silenzioso, ricoperto dai cespugli di sommaco che confondono e nascondono i segni ancora visibili di quella tremenda guerra, se non fosse un monumento a ricordarli. Questa storia e lo scenario sono per raccontarmi e raccontarVi un pò di questi fatti lontani ed i suoi protagonisti: i "lupi di Toscana" e i "volontari di Marburg" (Maribor), quasi un secolo fa. Buon viaggio.
La cartina riportata è solo per discussione e la fonte la potete leggere assieme alla storia qui
5 commenti:
in realtà la famosa quota 28 dove fu ferito a morte giovanni randaccio si trova a ca. 500 m in linea d'aria dai lupi in direzione sud-ovest. la zona viene chiamata punta bratina ed il luogo e ricoperto di erba e rovi.
Grazie Bolaf.
Infatti lo si vede anche dalla cartina allegata.La stessa lapide a Randaccio che ora si trova ai piedi del monumento dei lupi e' stata spostata dal punto originario degli anni '20: ci sono alcune foto interessanti di quei luoghi per ragioni di copiright non le posso postare.
Ciao borat e grazie!!
Abbiamo individuato la quota 28 con l'ausilio di carte storiche e di un topografo dotato di strumentazione di rilevamento gps digitale. Nello stesso tempo abbiamo trovato anche i resti della prima linea di difesa sul fiume Timavo (parte di trincea semi sepolta). Il tutto non è stato assolutamente facile in quanto ricoperto di folta vegetazione.
Scrivimi pure sulla mia mail, così ti racconterò con più calma riguardo le ricerche che con Stefano stiamo facendo. ciao Alessandro
Ciao Alessandro. Non ho capito se la tua richiesta di scrivere alla tua mail fosse indirizzata a me. Premetto che non sono un esperto di storia ma semplice appassionato. In questo contesto mi trovo doppiamente coinvolto in quanto la punta Bratina (sloveno Brtinišče) è in parte proprietà della comunella di Duino, un'associazione che raccoglie i discendenti delle famiglie storiche di Duino da almeno 150 anni. Questa associazione che ho l'onore di presiedere si impegna nella salvaguardia del territorio, in rievocazioni storiche ecc. Sarei interessato a confrontarmi con te ma non so a quale mail scrivere. In attesa di sapere se la tua richiesta sia stata indirizzata a me , invio i più cordiali saluti. V. Mervic detto Bolaf.
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